: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
Scuola e pallottoleIl Foglio - 9 novembre 2007 Leggere la notizia del massacro al liceo di Tuusula, nella tranquilla Finlandia, ad opera di un folle diciottenne, fa venire i brividi. L'effetto diventa ancora più devastante se si è appena finito di leggere Hey Nostradamus, il romanzo di Douglas Coupland uscito la scorsa settimana in Italia (Frassinelli , €17,50) anche se risalente al 2003.
La trama del libro di Coupland è infatti incentrata sulle conseguenze, nel corso dei successivi decenni, di una strage accaduta alla fine degli anni 80 in una scuola di Vancouver ad opera di tre studenti che, senza apparente motivo, irrompono armati nella mensa del college. I dettagli, in questo caso, sono ispirati alla strage di Columbine, la prima di una lunga serie di carneficine nei college del nord america. Nel romanzo la strage è raccontata in prima persona da Cheryl, 17 anni, l'ultima ragazza ad essere uccisa prima che il silenzio cadesse sul sangue sparso nella cafetteria del liceo. E' lei che, da morta, ci racconta del suo buffo matrimonio da dieci minuti in una cappella di Las Vegas, della segreta gravidanza, della sua fede e della sua rassicurante incertezza da diciasettenne. Una sua frase, in particolare, scritta inconsapevolmente sul diario pochi minuti prima del massacro "God is nowhere/ God is now here" (la traduzione in italiano Dio non c'è/ Dio c'è, non rende giustizia all'efficace gioco di parole inglese), riassume con sconcertante sintesi il senso del romanzo e il non senso in cui viviamo.
Cheryl non è l'unica voce del romanzo. Coupland attraverso la tecnica del flashback (utilizzato sempre egregiamente e mai in modo banale) fa parlare anche altri personaggi attraverso i loro appunti del dopo massacro. C'è Jason, segreto marito della giovane ragazza, dieci anni dopo: pure lui è un fantasma, anche se è ancora vivo, scampato alla strage. La sua esistenza è un continuo confronto con il passato, accusato di essere stato un fiancheggiatore della carneficina, pur avendo ucciso uno dei folli killer. L'evento di dieci anni prima ha tracciato in lui un solco indelebile e ha prosciugato tutto il succo della vita. C'è Heather, fidanzata di Jason, donna sola e disperata che - anche lei, come una pedina del domino della vita - porta i segni della tragedia. E infine c'è Reg, l'odiato padre di Jason, uomo fallito nella vita e che trova nel fondamentalismo religioso un’illusoria e delirante àncora di salvezza.
Hey Nostradamus parla di religione, del disperato bisogno di anima e di spiritualità da parte della società occidentale, che spesso si ritrova in mano solo vuote promesse di miracoli a prezzo scontato, bugie e buoni sentimenti a buon mercato. Coupland teorizza un occidente abbandonato a se stesso, dove anche la ricerca di una spiritualità appare vana e dolorosamente insincera.
In questo romanzo Douglas Coupland perde un po’ la sua lucida ironia e i suoi riferimenti pop e postmoderni che hanno caratterizzato i suoi precedenti lavori (da Generazione X a JPod) per far spazio ad una scrittura cupa, malinconica e persino crudele. Non rinuncia però alle frasi fulminanti, alla descrizione dei sofisticati dettagli psicologici dei personaggi e alle trovate narrative che lo hanno reso celebre.
La struttura narrativa fatta di scatole cinesi e di storie nelle storie, sembra che a un certo punto si sfilacci e che perda di senso, specialmente nella parte centrale, durante il racconto del lungo e delirante viaggio di perdizione di Jason tra alcool e pasticche. In realtà è un’efficace trovata narrativa per giungere alle ultime quindici pagine, un gran pezzo di letteratura nordamericana, che risollevano e riescono a dare un (non)senso al romanzo.
A pensarci bene c’è più di un elemento in comune tra Vancouver e la provincia finlandese: entrambi i luoghi hanno una bassa cittadinanza sulle cronache, sono paesi in cui regna il silenzio, grandi spazi e basse temperature e, soprattutto, un’alta diffusione di armi da fuoco, anche tra i più giovani.
Dove Dio c’è e Dio non c’è.