EmmeBi Attached

Gli allegati di EmmeBi Blog: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.

Tuesday, September 27, 2011

 
Ottimismo aziendale
Perché i giganti del lusso hanno superato senza probllemi i mesi più duri della crisi economica

Il Foglio - 20 settembre 2011


Se è vero che in queste settimane nelle pagine economiche dei giornali le parole che spiccano sono crisi, recessione, disoccupazione, declassamento e default, è altrettanto vero che nei colonnini degli stessi giornali si possono leggere notizie sui risultati più che positivi di gruppi come Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy), Ppr (che controlla tra le altre Gucci, YSL e Boucheron), Hermès e altre aziende operanti nel settore del lusso, i cui utili hanno segnato passi di crescita a doppia cifra. In questi giorni poi Luca Cordero di Montezemolo ha annunciato il record storico di vendite per la Ferrari e la scorsa settimana ha avuto luogo la seconda edizione di Expo Luxe, fiera interamente dedicata al lusso e ai beni tutt'altro che di prima necessità.
E' il classico paradosso che puntualmente si verifica nei periodi di crisi economica: tutti i consumi e i mercati frenano bruscamente, tranne i comparti dei luxury goods che crescono e prosperano - solo in Italia è stimato un +5 per cento nella propensione all'acquisto di tali beni rispetto all'anno precedente. Lo stesso è successo nelle otto grandi crisi dallo shock petrolifero degni anni Settanta ad oggi: il settore del lusso è l'ultimo ad essere stato contagiato e il primo a riprendersi.
La spiegazione più logica e immediata è sostenere che la crisi, in fondo, non tocca i ricchi, ma solo i ceti medi e bassi. Ma in realtà c'è molto di più, sia dal lato dell'offerta sia della domanda.
Le aziende del lusso, o almeno quelle da annoverare al cosiddetto “alto di gamma”, in questi anni si sono strutturate e organizzate, rifocalizzando il proprio business, puntando su ciò che sanno far bene, cercando di concentrarsi in progetti e prodotti innovativi. Insomma, affidandosi all'economia reale piuttosto che a quella finanziaria, anche se poi quest'ultima riesce a goderne dei benefici, basti vedere le ottime performance in Piazza Affari della neo quotata Salvatore Ferragamo o i risultati soddisfacenti di Prada alla borsa di Hong Kong.
Dalla parte della domanda è necessario capire che i prodotti ben fatti e di qualità inevitabilmente attraggono i consumatori privilegiati e con poteri di spesa fidelizzandoli ai luxury brand, portatrici di quei valori simbolici e intangibili che gli altri comparti hanno sempre meno.
E qui sopraggiunge la variabile psicologica. Il prodotto di lusso è, da sempre illusione di benessere, e solo Dio sa quanto ce ne è bisogno in questo periodo. In più, l'ostentazione in tempo di recessione è maggiormente evidente, specie per i nouveau riche che, mostrandosi con il nuovo macchinone, riescono ad affermare la propria ricchezza e, contemporaneamente, a comunicare il fatto di essere talmente furbi e abili da “non sentire la crisi”.
Questo è ciò che accade nei mercati dei prodotti di lusso. In quello dei servizi (viaggi, ad esempio) le cose sono ancora più sofisticate: il lusso vecchia maniera (la villa nel Chianti, il resort nell'isola sperduta, il noleggio dello yacht) costa sempre meno e i super ricchi oggi desiderano altro. Racconta al Foglio Juanita De Paola che opera nel settore con la sua società AdMaiora “ Oggi il lusso è l'aspirazione di rimanere eterni tramite proprie emanazioni. Se prima si affittava la villa di lusso con il butler in guanti, oggi insieme alla villa i clienti chiedono che i figli dei fattori e una traduttrice simultanea vadano a giocare coi propri bambini, per intrattenerli. Ad esempio, io sto formando una decina di kids concierge per accomodare i bisogni dei pargoli dai 6 ai 12 anni”. Ecco, modificare l'ambiente attorno alla persona con più potenziale economico.
Questo oggi è l'ultimo potere del lusso.

Friday, September 23, 2011

 
Con un iPhone e Twitter Fiorello ha creato dal nulla una “tv” di successo


Il Foglio - 23 Settembre 2011 


Se c'è un personaggio del panorama radiotelevisivo italiano che non si è mai piegato a format rigidi e stantii ma che, al contrario, ha sempre giocato con i media e i formati, quello è Fiorello. Negli ultimi quindici anni i suoi show oltre ad essere spettacoli leggeri e divertenti, sono stati anche delle operazioni di decostruzione e ribaltamento dei codici linguistici dei media in cui si esibiva.
E' successo con la radio (Viva Radio2) che lo showman ha trasformato in un laboratorio di sperimentazione, lo ha fatto anche per il mini programma post tg Viva Radio2minuti su RaiUno, trasferendo l'intrattenimento radiofonico in tv dentro la raffinata e classica cornice evocativa del Gran Varietà anni Sessanta – Settanta, ma anche nella trasposizione televisiva per SkyUno del suo show teatrale di un paio di anni fa (Fiorello Show): per tre sere alla settimana Fiorello giocava con l'attualità – in tv veniva trasmessa una sintesi dello spettacolo teatrale registrato la sera precedente – invitando ospiti celebri seduti in platea e invadendo anche i formati più seri del network satellitare, come ad esempio le finestre active.
Insomma, il cortocircuito tra i media da sempre stimola la creatività e anche la capacità di improvvisazione dello showman catanese.
Fino all'inizio di settembre di quest'anno i suoi rapporti con internet erano rari e vissuti con sospetto, “sono un siciliano di altri tempi” amava ripetere nelle interviste quando arrivava la consueta domanda riguardo al web.
Ma da alcune alcune settimane Fiorello è approdato sulla rete: invece di approcciare con un proprio sito web, creandosi una noiosa e costosa web tv come fece Simona Ventura, invece di entrare sullì impegnativo social network di Facebook, peraltro già affollato con risultati alterni dal monde et demi-monde delle celebrità, ha scelto Twitter - il vero e unico social media della rete - attraverso l'account @Sarofiorello. (www.twitter.com/sarofiorello) e che ha rapidamente raggiunto 31.000 seguaci.
La modalità è quella del puro cazzeggio. Tweet testuali, ma sopratutto brevi video realizzati con l'iPhone: imitazioni varie, casuali incontri al bar, impressioni post-jogging, ogni occasione è buona per cinguettare. Ma piano piano si stanno creando degli appuntamenti, al punto che si può parlare di vero e proprio palinsesto: c'è la lettura dei giornali dall'edicolante Cesare, c'è l'angolo sportivo con l'esilarante imitazione di Gasperini (preso molto seriamente dai tifosi interisti che vogliono cacciare il ct), i suoi commenti in diretta sul prime time e le ospitate vip ad orari strategici. Insomma, una vera e propria Fiorello tv.
Nell'apparente improvvisazione fiorelliana tutto ha un senso e un fine: infatti a novembre parte il suo show del ritorno alla Rai (Buon Varietà) e il twitter serve anche come palestra per testare nuovi personaggi o tormentoni. Ma c'è dell'altro.
In queste settimane in tv sta girando il nuovo spot Infostrada sul nuovo abbonamento internet con protagonista Fiorello che si autoriprende via tablet con barba lunga e capelli spettinati, utilizzando cioè le stesse modalità e codici estetici dei suoi tweet.
E se fosse tutto uno megaspottone?

Friday, September 16, 2011

 
Leggere il catalogo Ikea e capire le rivoluzioni delle economie occidentali

Il Foglio - 16 Settembre 2011

Uno dei tanti segnali dell'autunno imminente è sicuramente la presenza dei cataloghi Ikea sotto casa che ingolfano la cassetta delle lettere o che giacciono impilati l'uno sull'altro in un angolo dell'androne del condominio. Quest'anno poi il catalogo ha invaso anche gli spazi digitali: è disponibile infatti sul web (sul sito Ikea), come applicazione per i dispositivi Apple (iPhone e iPad) e cellulari Android.
Ma ovviamente è la versione cartacea a mostrare oggi i dati più significativi: 208 milioni di copie tradotte in 28 lingue e letta da più di 400 milioni di persone in 38 paesi. Tempo fa si scrisse, cifre alla mano, che avesse superato come distribuzione e lettura perfino l'Antico Testamento. Molti azzardarono a vedere nel colosso svedese il “credo” degli arredomaniaci in tempo di crisi, che ha negli store, generalmente ubicati alle periferie delle metropoli, le nuovi “cattedrali” e nel catalogo la novella Bibbia.
Ma cerchiamo di essere realisti, vedere le cose come stanno e provare a spiegare, invece, come quello dell'Ikea non sia semplicemente un catalogo di mobili, ma un sorta di vademecum che contiene verità e previsioni sulle trasformazioni dell'economia domestica, dello stile di vita e sul nostro futuro, non solo abitativo.
Se un tempo il concept Ikea era mobili a basso prezzo e consigli per la gestione dello spazio e della quantità di "roba" che avevamo in casa, passando attraverso i concetti più o meno di moda. dal “nido” (cocoon) allo casa come “laboratorio abitabile”, oggi il messaggio cambia: Ikea ti suggerisce le soluzioni per lo spazio nella casa che è diventata più piccola. Perché nel frattempo siamo diventati mediamente più poveri e le “nuove case” - sia prime che seconde – hanno dimensioni drasticamente ridotte. La parole chiave è “impilare”: non è una caso infatti che nella copertina del catalogo invece del classico angolo salotto funzionale e ben arredato o la classica scena di famiglia (meglio se allargata) in cucina, ci sono torri di sedie, sgabelli e stoviglie a fianco allo slogan scelto per quest'anno “Crea il tuo spazio”. Impilare, sfruttare ogni direzione volumetrica, fino ad arrivare ai soffitti.
La casa è piccola dicevamo, e quindi anche il letto non è solo un luogo di riposo, ma anche un posto in più per lavorare (e non far l'amore). Una delle tante novità presenti nel nuovo catalogo è ad esempio Malm, una consolle a forma di U capovolta con rotelle che permette di mangiare e lavorare con il computer direttamente a letto.
Nel catalogo Ikea non vi è una presenza invadente della tecnologia, ma si capisce benissimo che tutto è stato pensato, progettato e costruito per venire incontro alle nostre nuove abitudini digitali con il computer e l'iPad sempre più sostitutivi del televisore: ed è per questo che, di fronte ai divani, ci sono meno tavolini e più pouf per lo svago/lavoro spaparanzato.
Ed è solo l'inizio. L'Economist di questa settimana rivela che negli Stati Uniti il prossimo mese Ikea introdurrà una nuova versione del Billy - la libreria talmente popolare anche qui in Italia che il direttore del tg1 ci ha intitolato la rubrica dei libri. Il mercato USA degli ebook è così in crescita da convincere gli svedesi a cambiar forma a uno dei loro articoli-simbolo trasformandolo in uno scaffale più largo e ampio per contenere soprammobili e coffee table book e non più romanzi e dvd. Nel catalogo pubblicato anche in Italia c'è già una forte promozione sulle porte in vetro per i suoi scaffali da fa presagire il cambiamento, che in Italia sarà presumibilmente assai più lento.
Per tutto questo non possiamo considerare quello dell'Ikea solo un catalogo.

Archives

10/01/2004 - 11/01/2004   11/01/2004 - 12/01/2004   12/01/2004 - 01/01/2005   01/01/2005 - 02/01/2005   02/01/2005 - 03/01/2005   03/01/2005 - 04/01/2005   04/01/2005 - 05/01/2005   05/01/2005 - 06/01/2005   06/01/2005 - 07/01/2005   07/01/2005 - 08/01/2005   08/01/2005 - 09/01/2005   09/01/2005 - 10/01/2005   10/01/2005 - 11/01/2005   11/01/2005 - 12/01/2005   12/01/2005 - 01/01/2006   01/01/2006 - 02/01/2006   02/01/2006 - 03/01/2006   03/01/2006 - 04/01/2006   04/01/2006 - 05/01/2006   05/01/2006 - 06/01/2006   06/01/2006 - 07/01/2006   07/01/2006 - 08/01/2006   09/01/2006 - 10/01/2006   10/01/2006 - 11/01/2006   11/01/2006 - 12/01/2006   12/01/2006 - 01/01/2007   01/01/2007 - 02/01/2007   02/01/2007 - 03/01/2007   03/01/2007 - 04/01/2007   04/01/2007 - 05/01/2007   05/01/2007 - 06/01/2007   06/01/2007 - 07/01/2007   07/01/2007 - 08/01/2007   08/01/2007 - 09/01/2007   09/01/2007 - 10/01/2007   10/01/2007 - 11/01/2007   11/01/2007 - 12/01/2007   02/01/2008 - 03/01/2008   04/01/2008 - 05/01/2008   08/01/2008 - 09/01/2008   07/01/2009 - 08/01/2009   11/01/2009 - 12/01/2009   12/01/2009 - 01/01/2010   01/01/2010 - 02/01/2010   02/01/2010 - 03/01/2010   03/01/2010 - 04/01/2010   05/01/2010 - 06/01/2010   06/01/2010 - 07/01/2010   08/01/2010 - 09/01/2010   11/01/2010 - 12/01/2010   12/01/2010 - 01/01/2011   01/01/2011 - 02/01/2011   02/01/2011 - 03/01/2011   03/01/2011 - 04/01/2011   04/01/2011 - 05/01/2011   05/01/2011 - 06/01/2011   06/01/2011 - 07/01/2011   07/01/2011 - 08/01/2011   08/01/2011 - 09/01/2011   09/01/2011 - 10/01/2011   10/01/2011 - 11/01/2011   11/01/2011 - 12/01/2011   12/01/2011 - 01/01/2012   01/01/2012 - 02/01/2012   02/01/2012 - 03/01/2012   05/01/2012 - 06/01/2012   06/01/2012 - 07/01/2012   07/01/2012 - 08/01/2012   08/01/2012 - 09/01/2012   04/01/2013 - 05/01/2013   06/01/2013 - 07/01/2013   07/01/2013 - 08/01/2013   08/01/2013 - 09/01/2013   08/01/2014 - 09/01/2014   01/01/2017 - 02/01/2017  

This page is powered by Blogger. Isn't yours?