: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
LA BANDA DEL BUCO / HI-TECHStyle Magazine - Marzo 2007Ascoltare la musica divide. Due gli schieramenti in campo: chi usa il pc perchè ci sta tutto dentro, e chi non vuole sapere di abbandonare il suono e il "cerimoniale" dell'ellepì. In mezzo? Il giradischi che trasforma le vecchie tracce in mp3. Fruscii compresi.Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones, sostiene che la musica sia incorporea, evanescente e che flutti nell’aria. Al contrario, altri musicisti – dal produttore Phil Spector, creatore negli anni 60 del “muro del suono” fino al nuovo talento americano Sufjan Stevens – amano pensare alle sette note come a qualcosa di fisico, che ha una sua consistente materialità. Due modi diversi di concepire la musica che, in realtà, si ritrovano anche tra gli ascoltatori, al punto da formare due differenti “tribù” d’ascolto
Da una parte ci sono quelli che hanno delegato la riproduzione della musica al proprio computer di casa e a quell’immensa discoteca on line che è la rete. Radio on line, podcast o condivisioni di file mp3 con altri utenti internet. Per la tribù digitale ogni supporto fisico (cd, cassetta, vinile) rappresenta un inutile orpello il cui contenuto deve essere immediatamente trasformato in file mp3 per renderlo invisibile, leggero e facilmente catalogabile.
“Dal momento che passo la gran parte del giorno davanti al computer cerco, per comodità, di condensare tutto lì dentro. La musica è stata la prima, succederà presto anche con la tv” racconta
Luca Sofri, giornalista e autore di “Playlist” (Rizzoli), una guida sulle migliori canzoni da scaricare “La gestione della musica attraverso il computer è estremamente facilitata, personalizzabile e, soprattutto, ti permette di risparmiar tempo. E per chi, come me, è ormai abituato a fare molte cose insieme, rappresenta un enorme vantaggio”.
Dall’altra parte ci sono quelli che hanno bisogno di avere un rapporto fisico, tattile e, talvolta, “di qualità” con la propria musica preferita. La tribù degli “audiofili feticisti” è composta ad esempio da coloro che non hanno mai abbandonato il rapporto con il proprio piatto e con i dischi in vinile.
Il mercato del vinile che negli ultimi decenni è stato mantenuto in vita esclusivamente dai dj, sta vivendo una seconda giovinezza: le major discografiche hanno ripreso a produrre copie ad edizione limitata di alta qualità (180 grammi) in vinile dei dischi più importanti in uscita e su eBay si possono trovare aste di 45 e 33 giri fino a 1000 euro.
La passione per il vinile non è data solo dalla qualità della musica (“La massima espressione dell’ascolto in vinile è ancora superiore al miglior impianto digitale” sostiene il fotografo Giorgio Colombo, appassionato audiofilo), ma anche dal “cerimoniale” che è andato perduto con l’avvento della tecnologia digitale: l’apertura del disco, i gesti delle mani per evitare di toccare il vinile, il tocco della puntina sul disco e la possibilità concreta di vedere “da dove esce il suono”. Per ricreare quest’atmosfera e ritualità, due storici dj italiani – Luca De Gennaro e Francesco Roccaforte – hanno ideato una serata chiamata “UnPiattoSolo” in giro nei club milanesi (ora alla Triennale Bovisa di Milano) dove suonano un disco alla volta con un piatto Lenco L78 vintage. “L’idea” racconta
Roccaforte a Style “era quella di tornare ad una situazione primordiale, domestica, restituendo importanza alle canzoni, valorizzando anche le pause tra un disco e l’altro”. Dal successo delle serare è nato un programma radiofonico cult su RadioDue Rai.
Ma la tecnologia ha l’obiettivo di connettere e non dividere: perciò la ION ha creato un piatto che permette di trasferire i suoni del vinile in mp3, attraverso un attacco usb. E le tribù si uniscono.