: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
LA SETTIMANA INCOM
Il Mobile ImmobileMeno soldi per l'Ici, più per il design. La fiera milanese dell'arredamento ha lasciato un messaggio post voto.
Il Foglio - Sabato 15 Aprile 2006Sarà stata l’attesa pre-elettorale, l’assenza di alcune importanti aziende d’arredamento o forse il diffuso clima di incertezza economica, ma quest’anno il Fuori Salone - noto anche come “la Settimana Milanese del Design” - si è svolto in tono minore.
Più che una “festa mobile” si è rivelata una manifestazione immobile.
Quello che fino allo scorso anno era l’appuntamento più internazionale e vivo di Milano, si è trasformato in un banale cliché: poche le novità, abusate le location, rare le tracce di originalità. Tutto alla fine si limitava al pellegrinaggio di massa durante l’ora dell’aperitivo nelle zone di Brera, Via Tortona e Via Durini, con le solite congestioni del traffico e dello stomaco per effetto di brut dozzinali e tartine stantie servite ai vernissage.
Consueti riti per consueti miti: Ingo Mauer e le sue invenzioni di luce esposte allo spazio Krizia, l’alluminio freddo di Driade, il connubio assai poco progettuale tra stilisti annoiati e designer già emersi. E poi sempre i soliti noti: Ron Arad, Philip Starck, Matteo Thun e i loro esercizi di stile da salotto.
Nonostante le montagne di carta distribuite in giro - qui abbiamo contato ben cinque guide per il Fuori Salone - poche erano le cose davvero interessanti: i sontuosi lampadari Svarowsky; le idee creative per la cucina degli studenti dell’Istituto Europeo del Design; le strambe invenzioni degli inglesi Designer Block.
Abbiamo invece notato, nelle esposizioni e nelle installazioni, una forte tendenza di ritorno alle origini: i sofisticati accessori da cucina e da bagno della Dornbracht esposti all’interno di una vecchia fattoria; e i djs di MOD che nello spazio Intervallo di Zona Tortona creavano un tappeto sonoro rock e funk anni ‘70 utilizzando un piatto solo, come nelle feste in casa di una volta.
Il Fuori Salone resta sempre un’ottima vetrina per esporre e presentare i propri prodotti in modo originale, soprattutto se questi hanno poco a che fare con il design: per il lancio del nuovo modello la Lexus ha chiamato l'artista e designer Tokujin Yoshioka, che ha costruito al Museo della Permanente un paesaggio lunare composto da una cascata di 700 km di fibre trasparenti: una gigantesca lente per focalizzare lo sguardo dello spettatore sul modello-scultura della nuova berlina di lusso. La Ferrero ha chiesto ad alcuni designer di interpretare il barattolo della Nutella (il nostro personalissimo “Compasso d’Oro” lo assegnamo al ditale di biscotto ideato da Paolo Ulian. Mai più senza!).
La parte del leone è stata interpretata da Ikea: la catena svedese ha disseminato nelle piazze milanesi modelli giganteschi dei loro articoli più popolari - il divano Klippan, la lampada Skyar - con a fianco il cartellino col prezzo corrente, drasticamente ridotto rispetto a quello pre-Euro.
Ma il Fuori Salone è anche party notturno: il reparto ludico e festaiolo è stato affidato a un collettivo che fino a qualche anno fa animava le danze elettroniche nei centri sociali, mentre ora organizza feste ad invito sponsorizzate da BMW, servendo le delizie cucinate con l’azoto liquido da Carlo Cracco di Cracco Peck. Un segno dei tempi, come Francesco Caruso in parlamento.
Nonostante tutto crediamo che la Settimana del design rimanga un importante appuntamento per l’economia milanese e per i business del Made in Italy, anche se gli unici contratti e assegni che giravano li abbiamo visti firmare sui tavolini di nessun design e sulle poltrone di pelle del nuovo showroom Natuzzi (Divani&divani) in Via Durini che, per la prima volta, è entrato a far parte del salotto buono e snob del design. Qui si facevano veri affari con ricchi arabi e cinesi, altrove non sappiamo.
Il 2006 è stato però l’anno della nuova Fiera Milano di Rho-Pero, e là si è svolto il vero Salone Internazionale del Mobile: uno spazio espositivo gigantesco, efficiente, bello e davvero internazionale. Per l’occasione il polo del design italiano capitanato da Luca Cordero di Montezemolo attraverso il Fondo Charme (Poltrone Frau, Cappellini, Cassina, Alias) ha lasciato il palazzo Ex-Poste e ha esposto la lussuosa mercanzia nelle luccicanti sale della nuova Fiera Milano. E per un attimo qualche avventore, con in testa la promessa del Cav. di tagliare l’ICI in caso di vittoria della Casa delle Libertà, ha perfino sognato a occhi aperti un desiderato oggetto di design da sfoggiare nel proprio salotto.