: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
Jack is backSeries - Gennaio 2006Un tempo c’erano le spy story, i telefilm d’azione e i thriller polizieschi, tutti generi rispettabili e seguiti dal pubblico. Poi è arrivato Jack Bauer. E le cose sono cambiate. Di molto.
Secondo il parere di alcuni, tra cui anche chi vi scrive, la serie “24” rappresenta per il mondo degli action movie quello che “2001: Odissea nello Spazio” è stato per i film di fantascienza. Una piccola grande rivoluzione.
Innanzitutto il formato: ventiquattro puntate di poco meno di un’ora che raccontano, in tempo reale, un’intera giornata dell’agente federale Jack Bauer (Kiefer Sutherland, in formissima) e di un’ipotetica Unità Antiterrorismo (CTU - Counter Terrorism Unit) con sede a Los Angeles, alle prese con minacce terroristiche internazionali.
Il tempo che scorre, quindi. Inesorabile, incalzante, senza tregua. Il lavoro di editing è senza dubbio uno dei maggiori punti di forza della serie trasmessa dalla Fox: l’uso dello split screen che permette di seguire contemporaneamente più azioni, il suono del battito cardiaco e la visualizzazione dell’orologio che scandisce impietosamente le ore trascorse, riescono a coinvolgere lo spettatore come se stesse vivendo le vicende in tempo reale, specialmente se le puntate vengono viste una di seguito all’altra.
Questo ormai si sa. Ma c’è di più.
“24” è una serie che spiazza: anche lo spettatore più “scafato”, quello che si è cibato per anni degli intrighi raccontati da Robert Ludhlum o delle lucide preconizzazioni di Frederic Forsyth, viene continuamente sorpreso dai colpi di scena e dai rovesciamenti di fronte che si succedono in numero industriale in ogni episodio della serie.
La formula della fiction co-prodotta dalla Imagine Entertainment di Ron Howard è così innovativa da poter essere declinata in molti formati: in Inghilterra la Vodafone ha distribuito ai propri clienti la prima miniserie ispirata alla fiction e prodotta appositamente per i telefoni cellulari.
24: Conspiracy (questo il titolo), creata in partnership con la Fox, è formato da ventiquattro mobisode (mobile episod, episodi per telefono mobile) della durata ciascuno di un minuto, con tanto di struttura a climax che rimanda alla puntata seguente: gli episodi sono realizzati sulla falsariga della serie tv e raccontano, in un'atmosfera di sospetto ed imminente pericolo, le avventure di un team di agenti della Cia impegnati nell'unità antiterrorismo.
La serie inoltre si presta molto bene a quella che oggi, al tempo del TiVo (il videoregistratore digitale in commercio negli Stati Uniti che permette di crearsi un proprio palinsesto e di registrare un programma saltando i breaks), si presenta come la forma pubblicitaria più efficace e d’impatto per la televisione, ovvero il product placement. Il buon Kiefer Sutherland, anch’egli tra i produttori del serial, non si è certo tirato indietro quando la Ford gli ha offerto un centinaio di migliaia di dollari per guidare i suv della casa di Dearborn, Michigan. Ma è nel campo dell’informatica e dell’hi-tech che il posizionamento di prodotto ha dato il meglio: tutti i computer dei terroristi e dei loro complici sono pc che hanno Windows come sistema operativo mentre, all’interno del Ctu, vengono utilizzati i “buoni” mac. Nella quarta stagione della serie i sistemi di protezione della rete Cisco sono diventati una specie di protagonista principale all’interno del Ctu bombardato da una serie di virus letali: il nome Cisco era continuamente citato all’interno della serie e, in alcune puntate, associato anche agli spot contenuti nei break.
Ma il grande successo della serie è da ricondurre principalmente al protagonista Jack Bauer, una sorta di supereroe senza super poteri, ma che ha la capacità di focalizzare il target e raggiungere l’obiettivo prefissato violando qualsiasi regola o procedura federale che gli viene imposta. Poco importa se si trova in crisi d’astinenza o se il suo collega sta per essere torturato da terroristi serbo-croati, la missione deve essere compiuta, il presidente e gli Stati Uniti portati in salvo, by any means necessary: tagliando la testa ad un interrogato (“Procuratemi una sega” una frase difficile da dimenticare) per proteggere la propria strategia doppiogiochista, improvvisando una rapina per fare in modo che il complice dei terroristi si possa trattenere all’interno del negozio e dare il tempo al Ctu di coprire la zona con il satellite e, soprattutto, mettendo in gioco sempre la propria vita.
Insomma “24” crea dipendenza, questo va detto. Sono molti i fans sparsi in tutto il mondo, alcuni dei quali piuttosto prestigiosi, come ad esempio Stephen King che, alcuni mesi fa durante la programmazione della quarta stagione, scriveva per Entertainment Weekly alcuni articoli di critica, ironici ma decisamente positivi, sulla serie trasmessa dalla Fox.
E infine la notizia. La serie è ripresa, su tutti i fronti e a tutti i livelli, per grandi e piccini: Rete 4 da dicembre ha iniziato a trasmettere la terza stagione, sul satellite (Fox Italia) sarà possibile vedere presto in anteprima italiana la quarta stagione e, da Gennaio, Fox Usa manderà in onda la quinta. E per chi se le fosse perse, ci sono le prime due stagioni disponibili in DVD.
Jack is back.