: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
Current e Social tv, le nuove frontiere che rendono più profondo il divario digitale tra Italia e UsaIl Foglio - 6 Maggio 2005Qualità, interattività e scelta: queste erano le premesse del digitale terrestre italiano, la nuova proposta televisiva che avrebbe dovuto rivoluzionare l’offerta catodica alle famiglie italiane. Le promesse sono state mantenute? Ad un anno dall’introduzione, qual è lo stato dell’arte dell’innovativa piattaforma?
Non è stato facile apprenderlo anche perché, attraverso un’indagine tra amici e conoscenti, si è scoperto che il decoder digitale è stato principalmente acquistato non dalle giovani famiglie e dai trentenni, cioè da coloro che dovevano essere il target principale del servizio, bensì dai loro genitori: coppie sessantenni che, stimolate dal contributo statale e persuase dal tam-tam mediatico creato attorno, hanno deciso di sperimentare la nuova piattaforma digitale. Con risultati alterni: non tutte le zone sono perfettamente coperte dal servizio, e non tutti i decoder finora commercializzati sono compatibili con le varie offerte di Rai, Mediaset e La7. La scelta dei canali - che potenzialmente potrebbe essere infinita - è limitata ai canali visibili anche in analogico, a qualche rete degli archivi Rai, un canale per bambini, un paio di tematici finanziari, BBC world, LCI francese e, soprattutto, i pay-per-view di alcune partite di calcio che, nella maggior parte dei casi, è il motivo principe dell’acquisto del decoder. Infine la parte interattiva promette bene, ma è ancora in fase embrionale. Per il momento si limita a dare informazioni sui programmi trasmessi, all’oroscopo, ai giornalieri dei reality show: anche l’interazione legata alle telepromozioni e alle offerte commerciali è ancora piuttosto farraginosa e lenta. Insomma il processo è ancora lungo e assai rilassato.
Nel frattempo il resto del mondo si sta muovendo alla velocità della luce e, mai come in questo momento, si susseguono notizie sulla nascita di nuove tv sperimentali che integrano il digitale e internet. Negli Stati Uniti sta finalmente venendo alla luce un progetto di cui si parla da più di un anno e che vede come project leader l’ex vice presidente Al Gore: la tv si chiamerà Current Tv, (letteralmente "la tv attuale"), sarà a pagamento e inizierà la propria programmazione nei primi giorni di Agosto. Viene già definita la "Mtv dell’informazione" e sarà una tv via cavo che proporrà notizie brevi realizzate in parte dalla redazione, in parte utilizzando video e informazioni trasmesse via Internet dai telespettatori. Ogni mezz’ora il canale, che trasmette da San Francisco, andrà a curiosare tra i temi e le pagine più ricercate sul motore di ricerca Google, così il pubblico potrà percepire la tv come fosse un’appendice del world wide web. Current tv funzionerà con un sistema simile all’Ipod della Apple: gli abbonati al servizio infatti potranno scaricare singoli servizi, gestire il proprio palinsesto e inviare i propri filmati che saranno pagati 250$. Questa si chiama interattività.
E’ da almeno tre anni che Al Gore lavora a questo progetto: quando fu sconfitto per pochi voti nelle presidenziali del 2000 decise infatti che il suo compito sarebbe stato quello di fondare una tv che parlasse ai giovani non di politica ma che contribuisse alla "democratizzazione dei media": il target degli young adults a cui si rivolge Current Tv – quello che va dai 18 ai 34 anni e che in Usa è rappresentato da circa 44 milioni di individui - è sempre stato una fissa di Gore, già durante la campagna presidenziale del 2000 rimase nota la sua copertina su Rolling Stone e le numerose apparizioni su Mtv. Del resto durante questi anni il povero Al si è dovuto scrollare di dosso l’ingombrante immagine e nomea della moglie Tipper che, nella metà degli anni Ottanta, fondò il Parents Music Resource Center una sorta di Moige che combatteva contro la cattiva influenza della musica rock sulle famiglie americane e che non è mai stata vista di buon occhio dall’opinione pubblica. Gore in ogni modo nega che questa sua nuova avventura abbia a che fare con una sua prossima scesa in campo, nonostante uno dei principali finanziatori sia Joel Hyatt, influente esponente dei democratici.
Questo però non è l’unico caso d’integrazione tra digitale, internet e tv: un altro progetto su cui sta lavorando il Centro Ricerche di Palo Alto e di cui si è occupata recentemente anche Business Week è quello della Social Tv: un sistema formato da tv, decoder e tastiera che consentirebbe ad amici e conoscenti sparsi per il mondo di guardare insieme un programma e di commentarlo proprio mentre è in onda. Altro non è che la sistematizzazione e la resa tecnologica della pratica odierna di inviare sms durante i reality show o le seire tv. Nel caso della Social tv però le applicazioni possono essere infinite: da quella di dar vita a biblioteche e archivi di telefilm e programmi consigliati dai membri delle comunità di amici fino alla possibilità di intervenire direttamente in una trasmissione.
Questa si chiama interattività.