: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
CONSIGLI A LAPO -19 Dio c'è, parla e ha un efficace piano di comunicazione. La Chiesa è maestra mediatica.
Il Foglio - Giovedi 1 Aprile 2005Negli anni ottanta e nei primi novanta i ponti delle autostrade e le mura alle porte delle città italiane furono monopolizzati da una sola scritta - "Dio c’è" - realizzata, pare, da un gruppo di persone ben organizzate e con una precisa pianificazione dei luoghi da marcare. Con il passare del tempo il fenomeno si indebolì: un po’ perché la Chiesa, allora, non colse l’opportunità mediatica di trasformare quella che per molti poteva sembrare una burla in un’operazione di comunicazione che adesso chiameremo di guerrilla marketing, un po’ perché la chiusa "o ce fa?" che venne aggiunta da certi burloni su alcune scritte, tagliò le gambe e le intenzioni ai fautori originali.
Negli Stati Uniti sei anni fa successe una cosa simile: un anonimo donatore finanziò una campagna di promozione della parola di Dio composta da diecimila cartelloni pubblicitari: diciotto messaggi diversi l’uno dall’altro ma che avevano come denominatore comune l’apertura: "God Speaks..". L’operazione ebbe un successo di opinione clamorosa e riportò l’attenzione dei media americani sulla questione della fede e della spiritualità. E’ notizia di questi giorni che la campagna proseguirà, questa volta non in forma anonima ma supportata da un’agenzia di relazioni pubbliche specializzata in comunicazioni spirituali e religiose. La nuova campagna sarà composta da nove messaggi, alcuni legati alla attualità televisiva ("God Speaks: as my apprentice, you’re never fired" con chiara allusione al reality show di Donald Trump) altri un po’ più ironici ("God Speaks: it’s a small world.. I know … I made it" ).
Non passeremo da blasfemi affermando che la Chiesa non ha certo bisogno di prendere lezioni da nessuno in fatto di marketing anzi, come sostiene Bruno Ballardini (che all’argomento ha dedicato il libro "Gesù lava più bianco" edizioni Minimum Fax) è proprio la Chiesa ad aver inventato oltre duemila anni fa le principali tecniche di marketing: a partire dalle tecniche di fidelizzazione e di vendita adottate nel corso dei secoli per fidelizzare i propri "consumatori" (non a caso definiti fedeli), alla scelta di un testimonal d’eccezione che ha garantito nel modo più estremo ed efficace la bontà della marca fino a farlo diventare sinonimo stesso del prodotto. Per non parlare delle azioni di public relation attivate degli Evangelisti con lo scopo di differenziare il nascente Cristianesimo dalle numerose sette dell’Ebraismo o della promessa di "uniqueness" del prodotto ("Non avrai altro Dio all’infuori di me") al fine di far evitare fughe verso la concorrenza. E poi l’interior design delle chiese, la scelta delle location, l’utilizzo delle musiche e il ricchissimo merchandising , tutto decisamente marketing oriented.
Nel momento storico che stiamo vivendo, dove la voglia di spiritualità è, in Europa come in America, sempre più crescente, si sta però verificando un fenomeno particolare: la domanda di fede da parte delle famiglie e dei singoli è in costante aumento, le piazze sono piene di fedeli ma le chiese sono sempre più vuote, e sono i giovani che mancano all’appello. Il fatto è che le attività collaterali che venivano organizzate dalle parrocchie non sono più attraenti per le nuove generazioni, il campetto di calcio ad esempio non rappresenta più quel polo d’attrazione verso l’oratorio. Negli Stati Uniti si stanno organizzando in questo senso prendendo come modello la First Baptist Church di Fort Lauderdale’s: niente panche di legno in questo vecchio santuario, ma comodi sofà neri, luci soffuse e riposanti, una fila di consolle di Xbox, due postazioni dove scaricare i sermoni sul proprio iPod, un palco dove la domenica si esibiscono Christian rapper e rock band e un free bar analcolico.
La cultura pop in chiesa non solo è gradita ma è anche attraente per i giovani americani e ci sono molti segnali che lo testimoniano: per la prima volta la rivista "Rolling Stone" che, per statuto, accettava solo pubblicità laica, ha deciso di pubblicare l’inserzione del maggiore editore di Bibbie per comunicare la nuova traduzione "spiritualmente intrigante per un target 18-34 anni". Certamente il successo di rockband come Evanescence, P.O.D. o rapper come Kayne West, che hanno introdotto nei testi per la prima volta in maniera così massiccia testimonianze della parola di Cristo, ha fortemente influito su questa nuova ricerca di spiritualità e di fede da parte dei teens statunitensi.
Insomma non solo Dio c’è, ma parla e pare abbia anche un efficace piano di comunicazione.