: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
Non solo burro, ma anche il Lego, la birra, il design e altro ancora. Per gli acquisti il catalogo è questo.Il Foglio - 7 Febbraio 2006“L'aiuto di Dio, l'amore del popolo, la forza della Danimarca” è il motto della casa reale danese. “L’amore del popolo e dei suoi prodotti”, aggiungiamo oggi noi.
Il boicottaggio dei prodotti danesi da parte della comunità musulmana, non solo grava sull’economia di una nazione, ma mette in discussione anche la cultura della produzione di qualità che da sempre caratterizza le aziende danesi.
La più danneggiata da questo ostruzionismo è sicuramente la Arlo Foods, la seconda più grande industria lattiero-casearia europea e la principale esportatrice nei paesi arabi le cui vendite in quei paesi valgono oltre 270 milioni di euro all’anno.
Arlo Foods è una cooperativa scandinava formata da oltre 14000 soci allevatori che forniscono oltre sette milioni di tonnellate di latte all’anno destinato alla produzione di latte fresco, burro (Lurpak) e formaggi di vario tipo (Feta e Delissy o gli ‘erborinati’ come Danablu), tutti prodotti che sono distribuiti anche in Italia.
Per rimanere ancora sul cibo, un altro importante gruppo mondiale danese è Danish Crown, anch’essa una cooperativa di agricoltori, leader nel mercato delle macellazione e trasformazione di carni suine e bovine, le cui esportazioni annuali nel mondo valgono circa 4 miliardi di euro pari al 56 per cento dell’export dei prodotti agricoli danesi.
All’interno del gruppo Danish Crown fanno parte marchi come Tulip, leader nel mercato mondiale della produzione di bacon ed esportato in 130 paesi o Friland specializzato nella vendita di carne biologica.
Ma probabilmente è la birra il prodotto che meglio rappresenta nel mondo la “way of production” danese: il gruppo Carlsberg - nel cui portafoglio prodotti sono compresi marchi come Carlsberg, Tuborg e Splugen - è al quinto posto tra i maggiori produttori di birra al mondo.
Fondata da J.C. Jacobsen a Copenhagen nel 1847 è forse la madre di tutte le birre che beviamo oggi: fu infatti nello stabilimento della capitale danese che il chimico Emil Christian Hansen sperimentò per la prima volta - proseguendo gli studi di Pasteur - il controllo della fermentazione della birra, attraverso un procedimento di isolamento di alcuni lieviti e batteri, chiamato pastorizzazione. Jacobsen autorizzò Hansen a pubblicare i suoi studi, rinunciando con generosità a brevettare il metodo scoperto, che divenne perciò di dominio pubblico.
Il paese dei Jensen, dei Nielsen e degli Andersen (il suffisso -sen significa figlio) è inoltre la patria dei Lego, i mattoncini che hanno accompagnato i giochi infantili di molte generazioni. L’azienda nacque nel 1916 come falegnameria produttrice di giocattoli in legno e nel 1930 si specializzò nella realizzazioni di prodotti in plastica trasformandosi in Lego, il cui nome deriva dal danese leg godt, che significa "gioca bene".
Lego, nonostante le difficoltà avute in questi anni in seguito alla profonda mutazione avvenuta nel mondo dei giocattoli con l’avvento dei videogame, rimane sempre una delle aziende più importanti nel mondo dell’infanzia: ha realizzato parchi a tema (LegoLand) in tutto il mondo e continua ad essere un punto di riferimento per la gestione responsabile d’impresa – nel 2004 è stata nominata dalla rivista Working Mothers ("Madri Lavoratrici") come una delle cento migliori aziende per l'attenzione alle madri lavoratrici.
Ma quando parliamo di prodotti danesi non possiamo dimenticarci della tradizione nella produzione di porcellane con marchi storici come Royal Copenhagen o ancora dell’innovativo design di aziende come Bang & Olufsen o dell’estetica funzionale dei prodotti Rosendahl.