: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
Finalmente un spot simpatico per la 500 L negli USA. E azzeccato. La controprova? Non piace a Rep.
Il Foglio - 14 agosto 2013
Per il gruppo Fiat in USA non c'è solo
Chrysler.
Sergio Marchionne è da sempre convinto
che nel mercato americano ci sia spazio anche per la Fiat 500. A due
anni dal lancio, dopo alcuni problemi di ordine logistico, sono state
raggiunte le 100 mila utilitarie vendute, ed è un piccolo successo
considerato che la city car non è propriamente il genere di auto più
venduta negli States.
A giugno è stata lanciata la Fiat 500
L, la monovolume compatta più grande del modello base e che è
particolarmente rivolta al mercato nordamericano.

Sul fronte della comunicazione Fiat USA
in questi anni ha adottato la strategia, non sappiamo quanto
consapevole, del trial and error
ovvero dell'andare per tentativi, senza una vera linea coerente di
continuità: per la comunicazione della Fiat 500 la succursale Usa è
passata dalle atmosfere del drive-in anni '50 all'utilizzo di un
testimonial piuttosto ingombrante come Jennifer Lopez, passando
ultimamente attraverso degli spot in cui viene rivendicata
l'italianità del brand, ma attraverso il registro ironico. I
risultati fino ad oggi non sono stati particolarmente brillanti:
nello spot “Immigrants” alcune 500 salpano dalla “splendida
cornice” della costiera amalfitana per approdare sotto la Statua
della Libertà, con un neanche troppo velato riferimento alla grande
ondata migratoria dei primi del Novecento (la canzone in sottofondo è
un'agghiacciante versione dance di “Torna a Surriento” cantata da
Arianna e Pitbull). L'altro (“Italian Invasion”) in cui viene
immaginata un'invasione del Nord America nell'800 ma al posto degli
inglesi ci sono gli italiani, latin-lover e con la voglia di
divertirsi. Rilettura della storia e triti stereotipi, scarsa
comunicazione dei plus dell'auto e, sopratutto poche risate
strappate, perché in fondo quello sarebbe l'obiettivo prefissato:
divertimento, viralità in rete, notorietà e popolarità, gli step
che un commercial di successo deve compiere.
Da qualche giorno
però c'è in giro su internet un nuovo lungo spot della Fiat 500 L
(“
Backseat Italians”) davvero divertente e ben realizzato e che
si basa su un surreale presupposto: ogni 500L venduta avrà come
optional gratuito un'intera famiglia italiana sul sedile posteriore
che accompagna i clienti in ogni loro viaggio. In tre minuti vengono
riassunti le peculiarità e i luoghi comuni che caratterizzano gli
italiani agli occhi del mondo: la mamma, il caffè espresso, il cibo,
il calcio, la generosità e la predisposizione a corteggiare le
donne. Pura caricatura, ma proposta in modo ironico ed efficace (gli
attori recitano in italiano) e che spinge chiunque a condividerlo via
mail o social network ai propri amici.

La cosa ancora più
interessante è che lo spot è stato realizzato e diffuso attraverso
Funny or Die, il sito di comicità demenziale fondata da Will Ferrell
e Jude Apatow e partecipato da HBO e che solitamente ospita video
comici e parodie cliccate da centinaia di migliaia di persone.
Insomma, è un po' come se il PD si facesse realizzare gli spot della
campagna elettorale dell'ex-blogger Zoro (e sarebbero di certo
migliori di quelli che si vedono) o se Crozza scrivesse i testi dei
discorsi di Flavio Briatore.
Quelli di Fiat Usa
hanno capito che ormai è tramontato il classico modello persuasivo
della pubblicità, e che spesso l'autoironia e la parodia ben fatte
sono più efficaci dei canonici messaggi commerciali. Anche aziende
come Ikea e Guinness hanno intrapreso la stessa strategia
collezionando successo, notorietà e vendite.
Ovviamente i commentatori dei siti di
Repubblica e il Corriere, che hanno pubblicato il video negli scorsi
giorni, ci hanno visto un messaggio subliminale di Marchionne nel
voler prendere le distanze dall'Italia. E che dire, lasciamoglielo
pensare!