: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
IL SUCCESSO DEL BLOG BILINGUE DEL MINISTRO DI PIETRO
“What is the connection with..”. Il “Che c’azzecca..” di Tonino finisce in rete.Il Foglio – 1 Febbraio 2007Già sapevamo che, nel mondo reale, l’erba del vicino era sempre più verde. Ma adesso siamo quasi certi che tale regola viene applicata anche nel mondo della rete. Altrimenti non si spiegherebbe tutto questo clamore per l’annuncio di Hillary Clinton per la candidatura alla Casa Bianca diramato attraverso un video diffuso su internet. E neanche si capirebbe perché quest’estate Angela Merkel fosse diventata agli occhi della stampa italiana una sorta di Lara Croft (quella del videogioco Tomb Rider) solo per aver pubblicato su YouTube, il popolare sito di condivisione di file video, una videoguida tra i corridoi del Reichstag, il palazzo del parlamento tedesco.
I politici italiani, si sa, hanno sempre avuto una scarsa dimestichezza con internet e con le nuove tecnologie, basti pensare al goffo tentativo di Romano Prodi di aprire un blog nelle prime fasi della campagna elettorale, dimenticandosi di aggiornarlo per intere settimane e chiudendolo dopo meno di un mese.
Negli ultimi tempi però qualcosa è cambiato.
Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni tiene, da tempi non sospetti, un proprio weblog personale che aggiorna personalmente con riflessioni e commenti su notizie di cronaca. Il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni ha ripreso e pubblicato, sempre su YouTube, il recente viaggio istituzionale in India. Ma, soprattutto, il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, da alcuni mesi ha attivato una serie di operazioni sulla rete che crediamo non abbiano avuto il giusto risalto sui media tradizionali. Prima di tutto ha aperto, quasi un anno fa, un blog istituzionale - ben fatto, sufficientemente aggiornato e in doppia lingua (italiano e inglese) – che riporta tutte le interviste, le apparizioni in tv, le riflessioni e decisioni prese da Di Pietro e dal suo dicastero. Sebbene il blog sia già molto visitato e commentato (ogni intervento ha circa 400 commenti da parte degli utenti), il ministro ha voluto fare di più: per garantire agli elettori una maggiore trasparenza (trasparency) sull’operato non solo del proprio ministero ma anche dell’intero Consiglio di Ministri, ha deciso di raccontare in video, a cadenza settimanale e con la diligenza del buon padre di famiglia, il funzionamento del Consiglio e i provvedimenti presi da questo.
I video, visibili sia sul blog di Di Pietro sia su YouTube, per il momento sono tre, registrati in tre diversi luoghi (locations): il primo in un atmosfera tristo-istituzionale - muro bianco con bandiera tricolore -, il secondo in un ambiente simil-rilassato-casalingo (in realtà in una camera d’albergo), il terzo in un studio televisivo con sfondo Palazzo Chigi, come un Francesco Pionati qualsiasi. Nei tre video pubblicati (ciascuno di oltre sei minuti: troppo lunghi per internet) Di Pietro spiega con gesti e parole semplici e dirette il raggiungimento dell’unanimità monca (impoverished unanimity) ottenuta sul rifinanziamento delle missioni in Afghanistan o su come è stato ottenuto il decreto attuativo per gli investimenti al passante di Mestre (Mestre bypass).
La rete ha accolto con grande entusiasmo questa iniziativa del ministro, che è riuscito per la prima volta a comunicare agli elettori italiani in modo comprensibile ed economico utilizzando le nuove tecnologie. Non sono però mancate le critiche. Secondo Massimo Mantellini, blogger che spesso si occupa di comunicazione politica in rete, questo tipo di operazioni dovrebbero essere coordinate direttamente dal governo e non da un ministro atipico come Di Pietro. Il rischio è quello di trasformare una comunicazione istituzionale in una propaganda politica personale. Altri commentatori della rete hanno fatto notare che in realtà cambia il mezzo – internet al posto dell’articolo di giornale – ma non il messaggio che è sempre volto a oscurare il tasso di litigiosità del governo.
Sebbene questa operazione non sia stato sufficientemente supportata da giornali e tv, il blog di Di Pietro ha avuto tra dicembre e gennaio oltre 30.000 accessi. Per questo risultato Di Pietro deve ringraziare i suoi consulenti per il web Casaleggio e Associati (gli stessi di Beppe Grillo) i quali hanno capito che i messaggi semplici, diretti e con un tocco di populismo in rete funzionano sempre.
Ma la vera notizia, che ci siamo tenuti per ultima, è che grazie alla doppia versione in italiano e inglese del blog, abbiamo ora la tradizione ufficiale della tipica locuzione dipietresca “Ma che c’azzecca con…” (What is the connection with…).